Un Federico Giunti scatenato. L’ex centrocampista del Milan si racconta a 360 gradi ai nostri microfoni: dall’esordio in Serie A a quella maglia di Roberto Mancini, senza dimenticare l’illustre esperienza al Milan. Quindi un commento sulla Nazionale e su Luciano Spalletti. Ecco quello che ci ha detto in queste ore Federico Giunti, ospite nei giorni scorsi a Civitanova all’evento celebrativo della ‘Zona Cesarini”. Insomma, un Federico Giunti a tutto campo, tra analisi tecniche, aneddoti inediti e uno sguardo al futuro del Milan e della Nazionale. Eh già, un regista d’altri tempi, oggi uomo di campo e formatore di giovani talenti (DT Lube Academy Treia, nelle Marche).
“Un sacrilegio vederlo in Arabia”. Il commento di Federico Giunti su Roberto Mancini
“La mia prima maglia in Serie A è stata la sua. Esordio a Perugia, vinciamo 1-0 con la Sampdoria e a fine gara mi regala la sua maglia”, così l’ex Milan. “Era il trequartista più forte del campionato. Quel gol al volo a Napoli davvero indimenticabile…. In panchina ha dimostrato di avere competenze ovunque. Il fatto che ha allenato in Arabia? Un sacrilegio. Allenatori così servirebbero ancora eccome nel nostro paese.
“Spalletti ha tutto per riuscire, ma la qualità in Italia oggi è minore”: Giunti senza filtri
Sul nuovo ciclo azzurro, Giunti è chiaro: “Spalletti è l’allenatore giusto, ma lo sarebbe stato chiunque con questo materiale. Il paragone con l’epoca di Chiellini e Bonucci non regge. La qualità oggi è calata, e si sente. Spalletti potrà fare il massimo, ma servirebbe anche più talento. Camarda? Direi che al Milan dovevano lanciarlo subito, altrimenti così rallenti la sua crescita”. Chi meglio di Giunti può parlare di giovani e Primavera? E su Francesco Camarda ribadisce: “Io lo avrei fatto giocare. Se credi in lui, non vai a prendere un attaccante straniero che non ha mai segnato in pratica (Gimenez, ndr). Dovevi accorciare il suo percorso di crescita. Ha talento, va solo accompagnato”
“Igli Tare al Milan? Ottima scelta per il Diavolo Rossonero. Ha esperienza e conosce le difficoltà”
Avendo condiviso lo spogliatoio con Igli Tare a Bologna e Brescia, Giunti ne apprezza il percorso dirigenziale: “Gestire Lotito non è facile. Lui è riuscito a costruire squadre valide con poco budget. Due anni fuori dal giro gli avranno dato modo di riflettere. Al Milan serve una figura come la sua…”. Interrogato sul suo possibile erede in campo (un “Nuovo Giunti”), sorride: “Il centrocampista oggi o il regista deve saper far tutto. Il calcio è cambiato. Ai miei tempi c’erano Giunti, Liverani, Pirlo. Oggi il centrocampista è un jolly: deve difendere, impostare, inserirsi. Ce ne sono pochi con quelle caratteristiche…”.
“Tra Tonali, Rovella e Ricci? Punto su Sandro, un gradino sopra. Ma gli altri due sono in rampa di lancio. Sulla finale Inter-Psg ecco il mio pronostico”, il grido di Fede Giunti (ex Milan)
Una preferenza netta, ma anche aperture: “Tonali è un gradino sopra. Su di lui ci farei affidamento. Ma anche Rovella sta crescendo bene. Ricci già in Primavera faceva la differenza, si vedeva già allora“. Infine un pronostico su Psg-Inter, finale di Champions League in programma sabato. “PSG-Inter? Finale apertissima. Tifo Milan, ma una vittoria nerazzurra farebbe bene al calcio italiano”. Nonostante il cuore rossonero, l’obiettività vince: “È una finale imprevedibile. Tifiamo Milan, ma va bene se vince una squadra italiana. Serve per il movimento. E Inzaghi merita questa chance“. Su Inzaghi: “Ma cosa dite, non ha buttato lo scudetto. Ma in certe partite doveva osare di più”
Sull’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, Giunti (presente martedì all’Eurosuole Forum alla cerimonia in memoria del grande Cesarini) dunque non si unisce a un determinato coro di critiche: “Non è giusto ridurre tutto a lui. Però la gara con la Lazio si doveva giocare con i migliori. I cambi non mi hanno convinto diciamo completamente, in primis il turnover. Alla fine bisogna affidarsi ai big, punto e basta”.
“Il Milan ha buone basi. Paulo Fonseca? Serviva proteggerlo, non scaricarlo alle prime difficoltà”
Sul Milan e sul mercato rossonero sotto l’ombrellone estivo: “La rosa non è male, c’è buona ossatura. Bisogna solo ritrovare fiducia e un tecnico da sostenere. Fonseca poteva essere l’uomo giusto, ma doveva essere tutelato. Quando arrivano le prime difficoltà bisogna fare gruppo, non scaricare tutto sull’allenatore”. Un calcio che cambia, ma certi valori restano. Federico Giunti dimostra ancora una volta lucidità, competenza e passione. Tra passato e presente, l’ex regista oggi lavora per formare i talenti del futuro, senza dimenticare il valore delle scelte, della fiducia e del coraggio. Un’intervista che sa di calcio vero, di spogliatoi e di campo, firmata da chi ha vissuto ogni ruolo da protagonista. Chapeau Federico!


