Il Salone d’Onore del CONI, la Casa dello Sport Italiano, si è trasformato di recente in un tempio di emozioni autentiche con… i ‘battiti’ del Passaporto Ematico! In quella bellissima mattinata del 9 dicembre scorso non c’erano medaglie da assegnare, né record da battere. Eppure, in questa illustre location, lo sport ha toccato probabilmente una delle sue vette più alte, per così dire: quella dell’umanità, del sociale, della tutela della salute nello sport. Il 9 dicembre è stato il giorno del Premio Andrea Fortunato (15^ edizione). Stiamo parlando di un riconoscimento prestigioso che non celebra soltanto il talento, bensì la vita, la prevenzione, la memoria.
E a nostro giudizio è stato uno dei momenti più emozionanti dell’anno, visto anche che siamo stati premiati – alla presenza del Presidente Coni Giovanni Malagò – per la sezione ‘giovane giornalista’. In prima fila, tra gli applausi sinceri e gli occhi lucidi, sedevano campioni veri che hanno fatto la storia del calcio e dello sport. Tra essi l’ex colosso della Nazionale Azzurra e della Juventus Andrea Barzagli, col suo sguardo fiero e discreto, e Roberto Mancini, ex CT della Nazionale Italiana di Calcio (jesino come noi), emblema puro di un calcio che sa ancora emozionare.
PASSAPORTO EMATICO PROTAGONISTA: COME TUTELARE LA SALUTE NELLO SPORT?
Quel giorno indimenticabile per lo sport Made in Italy, i veri protagonisti non erano solo loro. Erano i medici, i dirigenti, gli atleti, i familiari. Erano tutti coloro che credono che lo sport debba essere anche tutela, salute, prevenzione per un futuro migliore. Eh già, il ‘mitico’ Passaporto Ematico è molto più di un semplice documento. È un simbolo, è l’incredibile gesto della celebre Fondazione Polito di Santa Maria di Castellabate (Salerno). In semplici e toccanti parole, è la promessa che ogni atleta, prima ancora di correre, saltare o segnare, ha il diritto di essere protetto. È la risposta concreta a tragedie che non vogliamo più raccontare. Come quella di Andrea Fortunato, giovane talento della Juventus e della Nazionale, stroncato a soli 23 anni da una leucemia fulminante. La sua commovente storia, oggi, è diventata missione. Quel giorno, nel cuore di Roma, si è celebrata una “rivoluzione silenziosa”.
SALONE D’ONORE CONI: ‘EMOZIONI D’ONORE’ ALLA 15^ EDIZIONE DEL PREMIO NEL RICORDO DI ANDREA FORTUNATO
Il Premio Andrea Fortunato, uno dei più importanti del palcoscenico nazionale, ha acceso i riflettori su un tema troppo spesso relegato ai margini: la prevenzione ematologica nello sport. E lo ha fatto con la forza delle storie vere, con la dignità delle famiglie, con la voce di chi ha trasformato il dolore in contagioso impegno umano e sociale. Emozioni vere, “emozioni d’onore” – come sono state ribattezzate – nel Salone d’Onore del Coni, Casa dello Sport Italiano. Non solo il Presidente Coni Malagò e tanti campioni. C’erano giovani atleti premiati per il loro esempio, dirigenti sportivi che hanno preso a cuore il passaporto ematico nelle rispettive società, medici che ogni giorno lottano per garantire screening e controlli. Al Salone d’Onore c’era l’Italia dello sport che non si accontenta di vincere, ma vuole proteggere.
E c’era un pubblico che non ha smesso di applaudire, perché ha capito che quel momento andava oltre la semplice emozione sul rettangolo di gioco. Ebbene sì, c’era anche l’ex CT della Nazionale di Calcio, che ha regalato la gioia europea. Quel Roberto Mancini che, con la sua eleganza sobria, ha ricordato quanto sia fondamentale educare i giovani alla cultura della prevenzione. Andrea Barzagli ha parlato da padre, da ex calciatore, da uomo che conosce il valore vero della salute, della prevenzione. Le loro parole non erano discorsi di circostanza, ma testimonianze autentiche, sentite, necessarie oggi più che mai nell’era dove tutto è digitale, dove tutto è social (ma dove non sempre vengono esaltati i valori sociali ‘tangibili’).
CALCIO E IMPRESE SPORTIVE: IL GESTO PIU’ EROICO NON E’ UN GOL MA SALVARE UNA VITA. E IL PASSAPORTO EMATICO…
In un anno sportivo ricco di imprese – dal trionfo del Napoli di Conte allo storico successo di Jasmine Paolini al Foro Italico, passando per le magie di Sinner e la rinascita del Bologna – è stato proprio questo evento, l’Andrea Fortunato, lontano dai riflettori delle grandi arene, a toccarci nel profondo. Perché ha ricordato a tutti noi che lo sport non è esclusivamente spettacolo, bensì responsabilità sociale. Non è solo gloria, ma cura. Il Passaporto Ematico è oggi realtà in svariate società e associazioni, ma la strada è ancora lunga. Servono leggi chiare, protocolli, fondi. Ma soprattutto serve consapevolezza.
E giornate come quella (9 dicembre 2024) del Premio Andrea Fortunato sono fondamentali per accendere quella scintilla. Uscendo dal Salone d’Onore del Coni a Roma, con il cuore pieno e gli occhi lucidi, abbiamo pensato che Andrea Fortunato, da lassù, avrebbe sorriso. Perché il suo nome non è stato dimenticato. Perché il suo sogno – quello di uno sport più sicuro, più giusto, più umano – sta diventando realtà tangibile, anno dopo anno, grazie al grande impegno della Fondazione Polito del Presidente Davide Polito con cui vogliamo complimentarci, con la massima stima, ancora una volta.. Ecco perché, a nostro avviso, quel giorno è stato uno dei momenti sportivi e sociali più emozionanti dell’anno.
Perché non è semplice unire in grande stile, e in maniera efficace, memoria e futuro, dolore e speranza, sport e vita. E perché ci ha ricordato che, talvolta, il gesto più eroico non è segnare un gol, ma salvare una vita. Chapeau Fondazione Polito! Fonte/foto anteprima Fondazione Polito (social) (l’indimenticato ex Juventus Andrea Fortunato).

